Cosa troverai in questa pagina?
– Le informazioni sul credito d’imposta in Ricerca e Sviluppo
– Il form per richiedere una consulenza gratuita per accompagnarti ad ottenere l’incentivo
Hai un’idea da sviluppare, un progetto innovativo o vuoi migliorare i tuoi processi produttivi? Il Credito d’Imposta in Ricerca e Sviluppo è lo strumento perfetto per sostenere le imprese che investono nel futuro.
Noi ti affianchiamo in ogni fase per farti ottenere l’incentivo che valorizza l’innovazione nella tua impresa. Compila il form in fondo alla pagina per una consulenza gratuita.
Il Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo: cos’è?
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo è una delle agevolazioni fiscali più efficaci per stimolare la competitività delle imprese italiane.
Il Credito di imposta in R&S è stato introdotto per supportare gli investimenti in innovazione tecnologica 4.0, ricerca e innovazione digitale.
Oggi il credito d’imposta Ricerca e Sviluppo rappresenta un’opportunità concreta per tagliare il carico fiscale e potenziare le attività produttive.
In questo articolo ti spieghiamo tutto ciò che devi sapere sullo strumento agevolativo.
Questo articolo è, infatti, aggiornato con le ultime linee guida dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero delle Imprese.
A chi è destinato il credito d’imposta R&S
Possono accedere al credito d’imposta ricerca e sviluppo tutte le imprese residenti in Italia, indipendentemente da forma giuridica, settore o dimensione, purché:
- siano in regola con gli obblighi contributivi (DURC) e le normative sulla sicurezza;
- non siano in stato di liquidazione volontaria o destinatarie di sanzioni interdittive;
- investano in attività di ricerca, sviluppo, design o innovazione tecnologica sul territorio nazionale.
È fondamentale che l’attività non sia svolta su commessa estera: l’agevolazione premia chi genera valore autonomo in Italia.
Le aliquote e il calcolo del credito d’imposta Ricerca e Sviluppo 2025
Il Credito d’Imposta in Ricerca e Sviluppo è ancora più semplice da calcolare: non è più richiesto un confronto con gli investimenti in ricerca degli anni precedenti, come avveniva nel vecchio modello “incrementale”.
Dal 2023 il beneficio è volumetrico, cioè applicato su tutte le spese sostenute durante l’anno, senza necessità di confronto con periodi precedenti. Le percentuali per il calcolo del credito d’imposta ricerca e sviluppo 2025 sono:
- 10% per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, fino a 5 milioni di euro (valido fino al 31 dicembre 2031).
- 5% per innovazione tecnologica, massimo 2 milioni di euro (fino al 31 dicembre 2025).
- 5% per innovazione digitale 4.0 e green, massimo 4 milioni (fino al 31 dicembre 2025).
- 5% per design e ideazione estetica, massimo 2 milioni (fino al 31 dicembre 2025).
Non è previsto alcun importo minimo di spesa. Inoltre, il credito è cumulabile con altre agevolazioni, nel limite del 100% dei costi effettivi sostenuti.
Come si utilizza il credito
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo in agenzia entrate può essere utilizzato esclusivamente in compensazione tramite modello F24, a partire dall’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese, suddiviso in tre quote annuali di pari importo.
Se l’azienda non riesce a utilizzarlo tutto nell’anno, potrà recuperare la quota residua negli anni successivi, senza perderla.
Documentazione e certificazione obbligatoria
L’accesso al credito richiede trasparenza e tracciabilità, ma niente di complicato! Ti aiutiamo a predisporre tutto il necessario.
Per essere correttamente applicabile, il credito richiede una documentazione completa e trasparente. Sono necessari:
- Certificazione credito d’imposta ricerca e sviluppo da parte del revisore legale;
- Relazione tecnica asseverata da uno dei nostri migliori periti presenti sul campo, che racconti in modo chiaro le finalità, i risultati del tuo progetto e cosa più importante le modalità di calcolo;
- Comunicazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (facoltativa ma raccomandata) per dimostrare l’impatto delle tue attività innovative a livello nazionale.
- Compilazione del quadro RU nella dichiarazione dei redditi.
Il DL 39 del 29 marzo 2024 impone come obbligatorie le comunicazioni ex ante ed ex post al GSE, preventive e consuntive per R&S, innovazione e design, analogamente al modello Industria 4.0.
In particolare:
- Comunicazione ex ante GSE – Da inviare prima dell’avvio delle attività o dell’anno fiscale di riferimento. Essa serve a segnalare l’intenzione dell’impresa di usufruire del credito e a identificare le attività progettuali rilevanti.
- Comunicazione ex post GSE – Da trasmettere al termine dell’anno fiscale in cui si sono sostenute le spese. Include una sintesi delle attività svolte, dei risultati e delle spese sostenute, ed è fondamentale per la validazione del credito e la fruizione dello stesso.
Novità: albo dei certificatori
Il Decreto Legislativo 39/2024 introduce un albo certificatori del credito d’imposta ricerca e sviluppo. L’obiettivo è di rafforzare il controllo e la qualità delle relazioni asseverate. Solo chi è iscritto potrà redigere perizie valide ai fini del riconoscimento del beneficio.
Attività ammissibili
Rientrano nel credito d’imposta ricerca e sviluppo 2025 le seguenti attività:
- Ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale;
- Innovazione tecnologica, con o senza finalità green o digitale;
- Design e ideazione estetica, soprattutto nei settori moda, arredamento e calzaturiero.
Sono inoltre ammesse le spese per servizi legati a consulenza tecnica, prototipazione, personale altamente qualificato, materiali e attrezzature.
Maggiorazioni per il Mezzogiorno e collaborazioni scientifiche
Nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), il credito è maggiorato:
- 45% per le piccole imprese,
- 35% per le medie,
- 25% per le grandi.
Ulteriori maggiorazioni fino al 50% sono previste per:
- Collaborazioni con università e enti di ricerca italiani;
- Assunzioni di giovani under 35 con titolo di dottore di ricerca o laurea magistrale scientifica.
Cessione del credito ricerca e sviluppo: quando è possibile?
Cessione del credito d’imposta R&S: come funziona
La cessione del credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo, pur essendo poco diffusa, rappresenta un’opzione percorribile in casi specifici, ad esempio quando l’impresa preferisce trasferire il beneficio fiscale a un soggetto terzo, come un istituto bancario, una società di factoring o un’impresa collegata, invece di utilizzarlo in compensazione nel modello F24.
- Verifica del credito e strutturazione della pratica
Il primo passo consiste nella corretta strutturazione della pratica. È necessario dimostrare che il credito sia stato maturato regolarmente, nel rispetto delle norme vigenti, e che sia riferito a spese effettivamente sostenute per attività qualificabili come Ricerca e Sviluppo
- Certificazione contabile obbligatoria
Per rendere il credito cedibile, è obbligatoria la certificazione contabile da parte di un revisore legale. Tale certificazione attesta l’effettiva esistenza del credito e la sua correttezza formale e sostanziale. Senza questo passaggio, il credito non può essere né ceduto né compensato.
- Stipula dei contratti di cessione
Una volta certificato, il credito può essere oggetto di un contratto di cessione. Questo viene redatto tra l’impresa cedente e il cessionario (banca, società collegata o intermediario finanziario) e regola termini, importo ceduto e condizioni.
- Notifica civilistica della cessione
La cessione deve essere notificata al cessionario, generalmente tramite PEC, secondo le modalità previste dal codice civile. In alcuni casi, è opportuno procedere anche con la registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate, per maggiore tutela giuridica.
- Liquidazione del credito
Dopo la notifica e le verifiche formali, il credito viene liquidato dal cessionario secondo i termini pattuiti. L’azienda cedente riceve così la somma corrispondente al credito, che potrà reinvestire ad esempio in nuove tecnologie, risorse umane o impianti.
Questa procedura consente alle imprese di anticipare i benefici economici del credito fiscale, pur richiedendo una gestione tecnica e contrattuale accurata.
Un’opportunità per innovare davvero
Il credito d’imposta R&S non è un “premio a pioggia”, ma uno strumento mirato che valorizza le imprese che si impegnano per innovare.
Non serve essere una multinazionale con un laboratorio di biotecnologie. Anche l’ottimizzazione di un processo produttivo o il miglioramento di un prodotto possono rientrare, se ben documentati.
Grazie a servizi di consulenza specializzati, ogni impresa può sfruttare al massimo questa leva fiscale, integrandola nei propri obiettivi di transizione digitale ed ecologica.
LG Industry ti affianca in ogni fase
Vuoi capire se la tua impresa può beneficiare del credito d’imposta ricerca e sviluppo e come ottenerlo senza errori? LG Industry ti affianca in ogni fase: dalla valutazione del progetto alla certificazione, dalla predisposizione della documentazione alla compensazione F24.
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Domande frequenti sul credito d’imposta ricerca e sviluppo
Posso avere assistenza per la pratica? Sì, LG Industry offre consulenza completa e modelli precompilati.
Chi può beneficiare del credito d’imposta ricerca e sviluppo? Tutte le imprese residenti in Italia, in regola con gli obblighi contributivi.
Qual è l’aliquota prevista per il 2025? Dal 2023, il credito per R&S è pari al 10% delle spese ammissibili, fino a 5 milioni di euro.
Serve un revisore legale per ottenere il credito? Sì, la certificazione da parte di un revisore legale è obbligatoria.
Le imprese nel Mezzogiorno hanno agevolazioni maggiori? Sì, con percentuali del 25% al 45% a seconda della dimensione.
Le spese per consulenza tecnica sono ammissibili? Sì, se connesse alle attività di R&S e adeguatamente documentate.
Cosa significa comunicazione ex ante ed ex post GSE? Sono obblighi introdotti dal 2024 per mappare e certificare le attività agevolate.
Posso cedere il credito a terzi? Sì, ma solo se il credito è certificato e conforme ai requisiti normativi.
Il credito è cumulabile con altri incentivi? Sì, purché non si superi il costo effettivamente sostenuto.
Le start-up possono usufruirne? Assolutamente sì, anche senza obbligo di revisione, con spese certificate fino a 5.000€.