Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali rappresenta uno degli strumenti più importanti per sostenere la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese italiane. In vigore fino al 31 dicembre 2025, salvo proroghe, questo incentivo fiscale consente alle aziende di recuperare parte delle spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali all’innovazione dei processi produttivi.
Vediamo nel dettaglio quali sono i beni strumentali che rientrano nel credito d’imposta, come si accede al beneficio, quali sono i limiti di spesa e quali passaggi occorre seguire per non perdere la priorità nell’assegnazione delle risorse.
Cosa prevede il credito d’imposta 2025
Il credito d’imposta beni strumentali è previsto per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025, con possibilità di estensione fino al 30 giugno 2026 se, entro il 31 dicembre 2025, l’impresa ha versato un acconto pari almeno al 20% del valore dell’investimento.
L’incentivo riguarda esclusivamente i beni strumentali nuovi, destinati a essere utilizzati per la gestione della produzione, il miglioramento dei processi aziendali o la rete di fornitura. L’obiettivo è favorire l’adozione di tecnologie avanzate e strumenti digitali per rafforzare la competitività del sistema industriale nazionale.
È importante ricordare che l’accesso all’incentivo non è automatico, ma subordinato a una procedura “a sportello”, con un plafond massimo di 2,2 miliardi di euro e priorità assegnata in base all’ordine cronologico delle domande.
Quali sono i beni strumentali che rientrano nel credito d’imposta
I beni agevolabili sono elencati negli allegati A e B alla legge di riferimento (Legge di Bilancio 2017 e successive modifiche). Possiamo suddividerli in tre categorie:
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- Beni strumentali materiali 4.0 (allegato A): macchinari, impianti, attrezzature interconnesse al sistema aziendale di gestione o alla rete di produzione. Sono ammissibili solo se funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa.
- Beni strumentali immateriali 4.0 (allegato B): software, sistemi, piattaforme e applicazioni per l’automazione, la progettazione, la gestione e il controllo dei processi produttivi. Tuttavia, si è in attesa di conferma ufficiale circa l’effettiva inclusione di questi beni nella nuova disciplina, poiché alcune fonti riportano che potrebbero essere esclusi.
- Altri beni strumentali materiali non 4.0: sono ammessi con aliquote agevolate inferiori, purché nuovi e strumentali all’attività d’impresa.
Quanto vale il credito d’imposta
L’importo varia in base al tipo di bene e al valore complessivo dell’investimento. Per i beni materiali 4.0, il credito d’imposta si applica nel seguente modo:
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- 20% fino a 2,5 milioni di euro;
- 10% sulla quota di investimenti oltre i 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro;
- 5% per investimenti oltre i 10 milioni, nel limite massimo di 50 milioni per ciascun periodo d’imposta.
Per i beni immateriali 4.0, l’aliquota è del 15% del costo fino a un massimo di 1 milione di euro.
Gli altri beni strumentali materiali, non rientranti nel piano Transizione 4.0, possono beneficiare del credito d’imposta al 6%, fino a un tetto di 2 milioni di euro.
Modello di comunicazione credito d’imposta: procedura per ottenere il beneficio
La fruizione del credito d’imposta avviene in compensazione tramite modello F24, ma solo a seguito di una procedura di prenotazione obbligatoria articolata in tre fasi:
1. Comunicazione preventiva
Entro il 31 gennaio 2026, le imprese devono trasmettere al Gestore dei servizi energetici (GSE) una comunicazione preventiva, con indicazione degli investimenti programmati e del relativo credito d’imposta atteso. L’ordine cronologico di invio determina la priorità di accesso alle risorse stanziate.
2. Conferma dell’acconto
Entro 30 giorni dalla comunicazione preventiva, è necessario inviare una seconda comunicazione, attestante il versamento di almeno il 20% del costo dell’investimento.
3. Comunicazione di completamento
Entro il 31 gennaio 2026 (o il 31 luglio 2026 per investimenti completati entro il 30 giugno), occorre trasmettere la comunicazione di completamento per ottenere la validazione del beneficio.
È necessario attendere conferma dal MIMIT prima di poter fruire del credito: solo dopo la verifica e validazione dell’ordine cronologico e della disponibilità del plafond, il credito potrà essere effettivamente utilizzato. I tempi tecnici di risposta sono stimati in circa due mesi dal momento dell’invio.
Investimenti già comunicati: cosa cambia
Le imprese che avevano già trasmesso una comunicazione preventiva o consuntiva sulla base del decreto del 24 aprile 2024 possono mantenere la priorità solo se, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del nuovo decreto direttoriale (15 maggio 2025), inviano il nuovo modello aggiornato. In caso contrario, perdono il vantaggio cronologico e devono ripresentare la domanda secondo le nuove regole.
In particolare: Per le imprese che hanno già comunicato investimenti, sia in via preventiva sia di completamento, tramite il modello previsto dal decreto del 24 aprile 2024, con dati di ultimazione successiva al 31 dicembre 2024, il decreto prevede un percorso specifico:
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- Durante la trasmissione del nuovo modello va indicato il codice identificativo assegnato alla comunicazione originaria, per non perdere l’ordine cronologico già acquisito.
- Mantenimento dell’ordine cronologico : ai fini della prenotazione delle risorse, rileva l’ordine cronologico di invio della comunicazione preventiva già trasmessa, a condizione che entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto le imprese trasmettono il nuovo modello di comunicazione in via preventiva.
- Comunicazioni successive : le imprese adempiere agli obblighi di conferma dell’acconto (entro 30 giorni dalla comunicazione preventiva) e di completamento degli investimenti entro i tempi previsti.
- Conseguenze del mancato adeguamento : le imprese che non si adeguano entro il termine di 30 giorni devono ugualmente ripresentare il modello di comunicazione secondo le nuove disposizioni, perdendo dunque la priorità relativa alla comunicazione preventiva trasmessa secondo le disposizioni previste dal decreto del 24 aprile 2024.
Monitoraggio e fruizione del credito
Il MIMIT trasmette ogni mese, entro il quinto giorno lavorativo, l’elenco delle imprese aventi diritto al credito d’imposta all’Agenzia delle Entrate. Il credito diventa utilizzabile in compensazione dal decimo giorno del mese successivo alla trasmissione.
Attualmente non esiste un sistema pubblico per monitorare in tempo reale l’utilizzo delle risorse. È quindi importante inviare la comunicazione tempestivamente per non rischiare l’esaurimento del plafond.
Ogni fase del processo deve essere eseguita esclusivamente in via telematica, attraverso la piattaforma GSE, dove sarà possibile compilare e inviare i moduli firmati digitalmente dal rappresentante legale dell’azienda.
Investimenti esclusi dalla nuova procedura
Gli investimenti completati entro il 2024 e quelli completati nel 2025 ma con ordine accettato e acconto versato entro il 31 dicembre 2024, continueranno a seguire le modalità previste dal precedente decreto del 24 aprile 2024. In questi casi:
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- se effettuati dal 30 marzo 2024, vanno comunicati sia in via preventiva che consuntiva;
- se effettuati prima del 30 marzo 2024, basta la comunicazione consuntiva.
Approfondimenti operativi consigliati
– In caso di leasing con acconto inferiore al 20%, è consigliabile integrare il versamento entro i limiti richiesti, compatibilmente con la disponibilità della società di leasing.
– L’adeguamento dell’anticipo su leasing non comporta la perdita del contributo Nuova Sabatini, purché restino invariate le condizioni di durata dell’ammortamento.
– Se l’F24 viene scartato, è opportuno verificare che le comunicazioni siano state correttamente trasmesse e attendere l’emanazione del decreto attuativo per procedere.
– Durante e dopo la fruizione, è fondamentale documentare l’effettivo utilizzo in modalità 4.0: interconnessione attiva e scambio dati continuo sono requisiti da mantenere nel tempo.
Perché conviene aderire
La misura, con un plafond complessivo di 2,2 miliardi di euro, rappresenta un’opportunità concreta per tutte le imprese che desiderano innovare i propri processi produttivi attraverso investimenti in beni materiali e immateriali. Oltre ai vantaggi fiscali, il credito permette di aggiornare il digitale dei processi produttivi, aumentare l’efficienza e migliorare la sostenibilità dell’intera filiera.
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Domande e risposte
1. Cos’è il credito d’imposta per beni strumentali?
È un’agevolazione fiscale rivolta alle imprese che acquistano beni materiali e immateriali nuovi per la trasformazione tecnologica e digitale.
2. Quali sono i beni strumentali ammessi?
Sono ammessi beni elencati negli allegati A e B: macchinari, impianti, software e strumenti digitali funzionali ai processi produttivi.
3. Come si calcola il credito d’imposta?
In base al tipo di bene e all’importo investito: 20%, 10% o 5% per beni materiali 4.0; 15% per software; 6% per altri beni.
4. Fino a quando si può fare domanda?
Le comunicazioni vanno trasmesse entro il 31 gennaio 2026, con acconto del 20% versato entro il 31 dicembre 2025.
5. Serve la firma digitale?
Sì, è obbligatoria la firma elettronica qualificata del legale rappresentante per l’invio dei moduli.
6. Dove si invia la documentazione?
Esclusivamente attraverso la piattaforma GSE, accessibile previa registrazione.
7. Cosa succede se le risorse si esauriscono?
Le domande sono comunque registrate: in caso di nuovi fondi, sarà rispettato l’ordine cronologico.
8. Posso investire oltre i 2,5 milioni di euro?
Sì, ma le aliquote decrescono: 10% tra 2,5 e 10 milioni, 5% oltre i 10 milioni, con un tetto massimo.
9. Sono comprese le spese per servizi?
Sì, se funzionali all’adozione del bene e sostenute nell’ambito del progetto di trasformazione digitale.
10. Quali browser e software supporta la piattaforma GSE?
La compilazione è ottimizzata per Chrome, Firefox, IE10; i moduli PDF vanno aperti con Adobe Reader 9.1 o superiore.